Facebook e
la Tempesta Perfetta

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Scatenare la tempesta perfetta è possibile, con un semplice click.

Sono le 15 a Menlo Park, sede di Facebook, i badge non funzionano, i lavoratori da remoto sono isolati, Facebook è entrato in una sorta di “protezione”, chi sa farlo funzionare non riesce ad accedere, chi è dentro per manutenzione non sa come ripristinarlo. 

Esisterebbero i cellulari ma l’ecosistema Facebook ti inghiotte, sei dipendente, comunichi solo con gli strumenti che ti fornisce, Messenger, Whatsapp, Instagram, tutti down per un aggiornamento di routine al Border Protocol Gateway.

La tempesta si scatena in pochissimi istanti, la mappa di routing dei social è sparita, i browser inoltrano richieste ad un server DNS che non riesce ad identificare e reindirizzare la ricerca perché il gruppo degli IP di Facebook è sparito. In pratica, se i BGP sono le mappe di una rete, i DNS sono gli indirizzi.

Su Reddit un utente che ha fatto parte del team di disaster recovery ha scritto: “Le persone con accesso fisico sono al momento separate dalle persone con la conoscenza di come autenticarsi effettivamente ai sistemi e dalle persone che sanno cosa fare effettivamente.”

Dopo ore il sistema è tornato alla normale attività, ma si ripongono due grandi temi caldi

Il lavoro da remoto che a volte non è proprio d’aiuto specialmente in situazioni come quella descritta e la cattiva gestione dei protocolli di sicurezza anche nelle grandi aziende che porta a perdite di ricavi stimate sui 6 miliardi di dollari.

Lato positivo della vicenda è sicuramente la disintossicazione dai social di miliardi di persone che giornalmente “vivono” sui social per più di 6 ore.

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